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La Bottega di Hamlin.
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24 Maggio 2022
Donato Bevilacqua
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Nel 2020 Andrea Ferrari ha presentato il suo terzo romanzo, Veleno. Uscito per Catartica edizioni, si presenta come una storia che spinge il protagonista verso un lento declino.

Veleno è dunque un romanzo duro, senza fronzoli, che unisce vita e morte: «Ero morto. Solo, depesso, respiravo quell’aria viziata. Erano giorni che non aprivo le finestre di camera mia. Stavo male, molto male. Ripensavo a tutto ciò che mi aveva fatto soffrire nella vita.»

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Possono gli incontri e le esperienze di vita incidere nella vita di un uomo a tal punto da distruggerla? Leggendo Veleno, il romanzo di Andrea Ferrari, la risposta è assolutamente sì. Così Andrea, il protagonista di questa storia, si è lasciato andare e vive ora in un limbo.

Lo scopriamo in una fase di declino totale della sua vita, ama la scrittura ma non riesce più ad essere sotto le luci della ribalta, ha conosciuto gli ambienti estremi delle residenze psichiatriche. Gli fanno compagnia le droghe, l’alcol e soprattutto il ricordo di una compagna che ha perso tempo prima.

Ecco perché Veleno è prima di tutto un romanzo che parla di assenza e di incapacità di andare avanti. In quella assenza vince la solitudine, che trova sfogo, si allarga, cresce fino a montare in altri sentimenti, carenze di affetto.

Ecco che ad un certo punto la storia sterza in maniera decisa, quando a fare l’ingresso in questo groviglio di sentimenti è un’intelligenza artificiale (di sesso femminile), che solo apparentemente coprirà l’assenza di ciò che è stato. Ad alternarsi sarà infatti ancora una volta il sentimento umano, quando lo spazio vuoto di Andrea sarà riempito da una donna che ha origini lontane.

Ascesa e declino del protagonista dipenderanno quindi ancora una volta da un incontro, dall’amore, dalle energie spese per soffiare su un fuoco che continuerà ad ardere.

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